Chi siamo

Spunti per una difesa dal nichilismo estetico

In una società in cui il neoliberismo alimenta la fede incondizionata verso un unico ideale, l’economicismo, e quindi l’adorazione di un unico feticcio, il denaro, parlare con fervore di cose come giustizia, bellezza o verità equivale a conquistarsi sul campo la medaglia al valore dei rincoglioniti. Ma si dà il caso che nei momenti di crisi più nera le persone siano costrette a scegliere (e spesso lo fanno inconsciamente) fra prendere una posizione o stare alla finestra e subire passivamente lo scorrere degli eventi umani.
Storicamente il nichilismo etico nega la possibilità di distinguere il bene e il male, e mai come oggi questa sembra la dominante di una umanità smarrita in cerca di riferimenti, e se pur grossolanamente una filiazione di questo atteggiamento può considerarsi il nichilismo estetico, che rende sempre più difficile determinare il bello ed il brutto nelle rappresentazioni artistiche, vedi la melassa vischiosa che costituisce parte dell’arte contemporanea in tutti i suoi campi, dalle arti figurative al teatro, dalla letteratura alla musica (in tutte le sue declinazioni, classica, popolare, jazz,…).
Qualcuno ha giustamente detto: ” le passioni tristi sono una condizione, un modo di interpretare il reale, non il reale stesso, non possono far altro che arretrare di fronte allo sviluppo di pratiche gioiose…”. E quale pratica può essere più gioiosa del fare/produrre/ascoltare musica fottendosene delle implicazioni che una volta si definivano “commerciali” e che sole ne determinano il successo o la totale indifferenza, in una società di massa in cui il gusto è di fatto predeterminato (condizione che purtroppo il web non è riuscito a scardinare, rischiando addirittura una radicalizzazione in tale direzione)?
Nel nostro infinitamente piccolo ( ma le cose piccole fanno il mondo), noi rivendichiamo e propugnamo il diritto di fare/produrre/ascoltare musica strafottendocene dei motivetti accattivanti reiterati e dalle parole rassicuranti (anche quelle falsamente ribelli) che circolano sul web, nelle radio e fanno dischi di platino, spesso celebrati da critici zombi, e fottendocene anche delle cosiddette “nicchie” para alternative, riserve indiane pseudointellettuali che, chiuse nella loro autistica inconcludenza, di fatto legittimano la supremazia del trash dominante.
Vogliamo solo fare musica, per chi vuole ascoltarla….
Appassionatamente Vostri
NIKILIST
Share: